Proseguiamo con il nostro resoconto delle due conferenze a tema ferroviario, tenutesi a Brancaleone e Locri rispettivamente gli scorsi giorni 5 e 7 dicembre: del primo appuntamento ci siamo dedicati proprio ieri.
Oggi è il turno dell'iniziativa "Per non perdere il treno...", organizzata dal movimento politico locrese "LocRinasce", con la collaborazione della Caritas Diocesana, che ha messo a disposizione la propria sala conferenze, nei pressi della bella stazione ferroviaria della città jonica, per lo svolgimento del convegno.
Questa volta Ferrovie in Calabria ha partecipato in modo molto più "attivo", con l'organizzazione della piccola ed ormai famosa mostra fotografica ed oggettistica ferroviaria, come piacevole corollario alla conferenza, ma soprattutto con due interventi al tavolo dei relatori: in rappresentanza dell'Associazione, Sergio Grasso e Roberto Galati.
Ma non eravamo gli unici ad esporre le nostre considerazioni, esperienze e proposte di miglioramento del servizio ferroviario, lungo la nostra fin troppo bistrattata ferrovia Jonica: in rappresentanza del nuovo movimento ALBA e del comitato CIUFER, non è mancato neppure stavolta il Prof. Domenico Gattuso, docente di Trasporti all'Università Mediterranea di Reggio Calabria. Seguiva a ruota, sempre in rappresentanza del CIUFER, l'amico Antonio Guerrieri, che ha raccontato le proprie esperienze di viaggio da pendolare ferroviario, non solo su tratta regionale (ed in particolare nella tratta compresa tra reggino, locride e catanzarese), ma anche su quelle a lunga percorrenza. Come fatto notare da Antonio, il pendolare non è soltanto colui che si sposta in ambito locale, ma colui che in genere "pendola" tra due località più o meno lontane. E' il caso, per esempio, di chi settimanalmente percorre la tratta Roma - Calabria in InterCity (ormai obbligatoriamente sul versante tirrenico), e di chi la percorreva anche via Jonica con il rimpianto Espresso 890/893, servizio notturno di fondamentale importanza, che collegava la locride ed il basso catanzarese con la Capitale, fino al dicembre 2010.
Ruolo di moderatrice del dibattito, l'attivissima Alessandra Fragomeni, rappresentante del movimento LocRinasce.
Riassumiamo in ordine cronologico il tema principale dei vari interventi, iniziando da quello del nostro Sergio Grasso, locrese DOC ed autore della ben nota pubblicazione "Quando anche a Locri si fermavano i T.E.E.". L'esordio non poteva non essere incentrato su una accattivante ricostruzione storica delle varie tappe di costruzione della ferrovia Jonica Reggio Calabria - Taranto, e relative particolarità che l'hanno interessata negli anni. Si inizia dall'avvio dei primi lavori di costruzione, nel 1865, sia sul versante calabrese che su quello lucano-pugliese, da parte della Società Vittorio Emanuele, soltanto quattro anni dopo l'Unità d'Italia: nel 1866 è attivo all'esercizio il primo tronco tra Reggio Calabria e Lazzaro, di 16,464 km, e così via, attraverso varie tappe, che culmineranno con il completamento dell'intera ferrovia nel 1875.
Per addirittura 20 anni, la Jonica fu l'unica via di comunicazione su rotaia a connettere la Sicilia e l'intera Calabria con il Centro/Nord Italia: emblematico il caso delle due vetture pullman della Compagnia Internazionale dei Wagons Lits, che collegavano Siracusa con Roma proprio attraverso l'itinerario Jonico e la linea Metaponto - Battipaglia.
Ma anche dopo il completamento della linea Tirrenica, il traffico rimase consistente (con l'apice del lusso raggiunto nel biennio 1972-1974, con l'assegnazione dei servizi Rapidi tra Reggio Calabria e Bari agli eleganti complessi binati Breda ex TEE ALn442-448) fino all'inizio del nuovo Millennio: le speranze di potenziamento giunte nel 1989 con l'elettrificazione della tratta Sibari - Metaponto e nel 2005 con il raddoppio e l'elettrificazione della Melito di Porto Salvo - Reggio Calabria Pellaro, che portava all'estensione del servizio metropolitano dell'area reggina, si sono però spente negli ultimi anni. Le cause sono da attribuirsi in primis all'incompetenza ed al disinteresse della politica regionale (ed a catena di quella nazionale, a tal proposito ricordiamo la vergognosa affermazione dell'ex ministro dei trasporti Matteoli, convinto che sarebbe stato più utile "regalare un'auto ai viaggiatori della tratta Reggio Calabria - Bari, piuttosto che ripristinare il treno diretto"), senza dimenticare la ormai chiara lobby della autolinee, che ha pilotato artificialmente l'abbandono del trasporto regionale su ferro, ed ha probabilmente inibito le spinte politiche preposte alla salvaguardia del settore lunga percorrenza, sulla tratta Jonica. Cause quindi "superiori", ma non solo: Sergio non ha risparmiato una assolutamente condivisibile critica alle popolazioni locali, che salvo rare eccezioni, con rassegnazione e molte volte anche con disprezzo e pregiudizio per il vettore ferroviario, hanno più o meno tacitamente accettato il progressivo smantellamento di un servizio che ormai tutti rimpiangono...ad eccezione, probabilmente, di chi ancora spera di veder sparire i binari dalla nostra costa, dando così campo libero a speculazioni edilizie e devastazioni territoriali. Un ulteriore punto a favore, erroneamente poco considerato, è il valore strategico dell'infrastruttura ferroviaria, in un territorio altamente vulnerabile da calamità di varia tipologia: dalle ormai purtroppo "normali" alluvioni, fino ad eventi sismici. La viabilità su rotaia permette di essere ripristinata in modo semplificato in brevissimo tempo, e di trasportare enormi quantità di merci e generi di soccorso in quelle aree che speriamo mai vengano colpite da disastri naturali.
Non solo perciò utilità ai fini della mobilità, ma anche vero e proprio "argine" materiale all'abusivismo che rischia di rovinare irrimediabilmente le nostre coste, e vettore d'emergenza: è questo il ritratto della nostra ferrovia Jonica, da difendere con tutte le nostre forze, prima che sia troppo tardi. I consigli di Sergio, in conclusione all'intervento, sono molto semplici: utilizzare il treno il più possibile, anche con qualche sacrificio in più a causa dei ben noti sovraffollamenti, essere propositivi e non inutilmente pessimisti sulle sorti del trasporto su rotaia nei nostri territori. Dare quindi un segnale di cambiamento alla politica, e non di meno a Trenitalia, facendo capire che un treno che sia pulito, veloce, funzionale (e capiente...) sullo Jonio si pretende, e non viene considerato solo un mezzo "sporco, brutto e cattivo"... rielaborando il titolo di un famoso film western di Sergio Leone!
Concluso l'intervento di Sergio, la parola passa così ad Antonio Guerrieri, che come anticipato ha segnalato nel numerose criticità che vengono subite dalle centinaia di pendolari che ogni giorno si spostano in treno sulla Jonica, ed in particolare nella locride...e delle altrettante centinaia rimaste orfane dei servizi a lunga percorrenza, in rappresentanza del pendolarismo a lunga percorrenza. Carenza di materiale rotabile, scarsa affidabilità dello stesso ormai eccessivamente vetusto, scarsa capienza, informazione quasi inesistente: è il caso delle tre coppie di treni Regionali della tratta Reggio Calabria Centrale - Roccella Jonica - Catanzaro Lido, date per soppresse a settembre, ma salvate in extremis dalla Regione Calabria...che però per oltre un mese continuavano a non figurare nei sistemi di ricerca d'orario online di Trenitalia, e nei sistemi "Viaggiatreno" e "Prontotreno". Un danno all'utenza ed alla frequentazione degli stessi servizi, che ovviamente risultando soppressi, venivano utilizzati soltanto da viaggiatori che sul momento, in stazione, li vedevano effettivamente "esistere". Altra gravissima problematica segnalata da Antonio, quella di assenza di coincidenze tra i servizi ferroviari stessi ed integrazione con quelli su gomma: si discute tanto di Alta Velocità in Calabria nei "salotti politici", ma allo stesso tempo risulta preclusa la possibilità di spostamento per ferrovia all'interno della Regione stessa, con un sistema volto quasi a scoraggiare ulteriormente l'utenza dei treni, già crollata numericamente negli ultimi anni, per forza maggiore, a causa della riduzione dei posti a sedere offerti e del numero di collegamenti.
Ed è proprio l'integrazione uno dei temi principali presenti all'interno delle slide studiate da Ferrovie in Calabria, e descritte successivamente all'intervento di Antonio: la presentazione aveva come titolo "La Ferrovia nella locride: idee per un potenziamento low cost". Riteniamo infatti che l'attuale offerta commerciale, opportunamente riorganizzata, possa andare incontro ai bisogni dei viaggiatori che si spostano in ambito locale ed a lunga percorrenza, portando addirittura ad un cospicuo risparmio di risorse finanziare da parte della Regione Calabria, investibili in un progetto a medio termine per l'acquisto di nuovi rotabili.
Ma prima di entrare nello specifico delle proposte, alle quali dedicheremo nelle prossime settimane un post, abbiamo percorso a ritroso le tappe del declino Jonico, con una breve lista dei treni a lunga percorrenza soppressi dal giugno 2002 ad oggi (iniziando dall'InterCity "Velia" Reggio Calabria Centrale - Roma Termini via Roccella/Catanzaro Lido, passando per l'IC "Pitagora" Villa San Giovanni - Bari Centrale e finendo all'ICN 782/787 ex "Freccia del Levante", ultimo servizio a lunga percorrenza di collegamento tra la Jonica e Milano/Torino), e dell'ecatombe del trasporto regionale. Eloquenti i grafici relativi al numero di corse e numero posti a sedere offerti, analizzati negli anni 1991, 2001, 2004, 2011, 2012 e 2013.
Si passa poi alla parte prettamente propositiva, con grafico delle tracce orarie del sistema regionale jonico sud riorganizzato, che prevede l'istituzione di tre coppie di Regionali Veloci Reggio Calabria Centrale - Lamezia Terme Centrale via Roccella Jonica/Catanzaro (ripristinando così la possibilità di raggiungere direttamente il corridoio Tirrenico), effettuati con tripla di automotrici ALn663, e l'integrazione delle coincidenze con i Regionali tradizionali a Catanzaro Lido. Proposta anche la traccia oraria di una sezione dell'attuale InterCity Notte 794/795 Reggio Calabria Centrale - Torino Porta Nuova, percorrente la Jonica da Reggio Calabria Centrale fino a Sibari (doppia trazione simmetrica di D445 dotate di impianti di lateralizzazione porte delle vetture UIC-X con posti a sedere ed a cuccette), ed unica manovra di aggancio/sgancio a Paola dalla sezione principale. In tal modo si tornerebbe a garantire un collegamento diretto con Roma, ed allo stesso tempo una possibilità di prosecuzione diretta verso Firenze, Bologna, Milano e Torino.
Non poteva mancare uno sguardo alla situazione del trasporto regionale al di fuori della Calabria, soffermandoci maggiormente sulla vicina Puglia: il titolo della slide è stato: "Il trasporto Regionale del futuro...che è già presente fuori dalla Calabria: l'esempio pugliese". Ma oltre alle fotografie dei complessi elettrici e diesel assegnati alle Ferrovie del Sud Est, Ferrovie del Gargano ecc.. , inseriti all'interno della presentazione informatica, sono stati affissi all'interno della sala alcune grandi stampe rappresentanti varie tipologie di treno regionale moderno in servizio un po' in tutta Italia. L'intervento di Ferrovie in Calabria si conclude con un appello ad un "risveglio" collettivo da parte dei cittadini della costa Jonica, non solo relativo alle problematiche del trasporto ferroviario, ma in generale sulle tantissime problematiche sociali e culturali che affliggono il nostro territorio.
La conferenza si conclude quindi con il Professore Domenico Gattuso: impeccabile l'illustrazione degli attuali sprechi economici e della volontà di imbarcarsi in opere inutilmente costose, mentre contemporaneamente si è incapaci di garantire i servizi pubblici basilari. Si continua ad invocare la costruzione del Ponte sullo Stretto, ma sembra impossibile mettere in sicurezza dei movimenti franosi sulla ferrovia Catanzaro - Cosenza delle Ferrovie della Calabria. Si parla di Alta Velocità sulla linea Tirrenica, ma non si può istituire un treno InterCity o InterCity Notte degno di tale nome sulla linea Jonica, a causa dell'obsolescenza dei locomotori.
Proprio l'Alta Velocità, è stato fatto notare, sta diventando l'unico punto di riferimento della politica, non considerando che attualmente la maggior parte degli utenti delle ferrovie non si sposta su lunghe percorrenza, ma principalmente su distanze medio/brevi, su treni pendolari: letteralmente si sta puntando ed investendo su un traffico di nicchia, e si taglia (salvo rare eccezioni) ed abbandona il settore fondamentale del trasporto su rotaia italiano.
Inoltre, tornando in Calabria più nello specifico, non vengono dimenticati i progetti di metropolitane a Catanzaro e Cosenza, che probabilmente tengono poco conto delle effettive utilità delle stesse.
Ma si è parlato anche di trasporto merci, l'abbandono del servizio ferroviario al Porto di Gioia Tauro, ed i milioni di Euro di fondi europei destinati alle infrastrutture ed ai trasporti in Calabria, inspiegabilmente non spesi, se non in un miserabile 20% circa.
E sempre a proposito di Gioia Tauro, il Prof. Gattuso non ha tralasciato un cenno alle linee a scartamento ridotto taurensi, patrimonio ingegneristico e sociale, vergognosamente lasciate in stato di abbandono dal 2011.
Lo slogan che ormai abbiamo imparato a conoscere è "No-TAV, sì TES", e cioè sì ai "Trasporti Equo-Sostenibili", usufruibili da tutta la collettività, e non solo da una relativamente piccola parte di essa.
Ma oltre agli interventi dei relatori, la partecipazione del pubblico (all'interno del quale erano presenti anche personalità di spicco, come l'ex-sindaco di Locri Giuseppe Lombardo, da sempre attento alle problematiche dei trasporti) non è certamente mancata. Sono tante le considerazioni spontanee che sono state esposte, tra le tante degna di nota quella di un'eccellenza calabrese, il Prof. Carlo Spartaco Capogreco, storico e docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università della Calabria, che si è soffermato su alcuni caratteri sociali e culturali che hanno portato al declino ferroviario (e non solo) nella nostra regione, ed in particolare sulla fascia Jonica.
Il bilancio dell'iniziativa, perciò, come per l'incontro di Brancaleone, è stato più che positivo: un grandissimo ringraziamento va ad Alessandra Fragomeni ed al suo movimento LocRinasce, che con forza si batte affinchè un cambiamento radicale avvenga all'interno di un territorio decisamente difficile...nonostante ci sia ancora chi, remando al contrario, spera di perseguire la strategia di disinformazione e diffusione di ignoranza e pregiudizio, tra le popolazioni joniche. Vogliamo sperare che non sia il caso dell'attuale amministrazione comunale di Locri, che vergognosamente non ha partecipato al convegno neppure con una rappresentanza, ignorando che le tematiche legate a trasporti, sanità, istruzione e servizi sociali in generale, dovrebbero rimanere al di fuori dei colori politici e delle antipatie personali.
Confidiamo nei tecnici, in LocRinasce, (e con un po' di autocelebrazione, anche in Ferrovie in Calabria!) ed in tutti i movimenti positivi e propositivi della nostra terra: ci penserà una popolazione finalmente istruita su varie tematiche, tra cui quella dei trasporti, e slegata da vincoli culturali appartenenti ormai ad altri tempi, a mandare finalmente a casa coloro che sono stati la causa del nuovo quasi-Medioevo in cui siamo precipitati.
Al prossimo appuntamento!
Esattamente di fianco i binari Jonici, si è svolto, nell'edificio adiacente alla "solita" ALn668, il convegno "Per non perdere il treno..." |
Il tavolo dei relatori: da sx Sergio Grasso, Roberto Galati, Alessandra Fragomeni, Domenico Gattuso, Antonio Guerrieri. |
Articolo dedicato al convegno, pubblicato sul quotdiano "L'ora della Calabria". |
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